Skip to main content
La redazione

Uccisa ad Haiti suor Luisa Dell’Orto, era “l’angelo dei bambini di strada”

La missionaria di Lecco, in missione a Port au Prince da 20 anni, è stata aggredita nella mattina di sabato 25 giugno durante una rapina.

 

Una vita dedicata alla missione.

suorluisaDopo l’esperienza di missione in Camerun e in Madagascar, la religiosa delle Piccole sorelle del Vangelo di Charles de Foucauld, da oltre 20 anni, si trovava ad Haiti, nella capitale Port au Prince.

Lì era diventata “l’angelo dei bambini di strada”. Era la figura di riferimento di Kay Chal, la “Casa di Carlo”, sorta, in un sobborgo poverissimo della capitale, grazie ai fondi raccolti dalla Caritas italiana e ricostruita, grazie al suo impegno, dopo il disastroso terremoto del 2010.

kaychalIl centro è una “casa” per centinaia di bambini del poverissimo quartiere, disseminato da baracche di mattoni e lamiere e viuzze sterrate: «non c’è un solo spazio per i bambini, né per studiare né per giocare - raccontava a Lucia Capuzzi, inviata di Avvenire e direttrice artistica del Festival della Missione, suor Luisa nel gennaio 2020, dieci anni dopo il terremoto - Kay Chal è l’unica oasi dove possono incontrarsi, stare insieme, fare i compiti, vivere la loro infanzia troppo spesso rubata o ridotta in catene», sono accolti in uno spazio sicuro, animato anche dai volontari di Caritas Ambrosiana.

«Vengono dopo la scuola, a fare i compiti - spiegava a Lucia Capuzzi “seur Luisa”, come veniva chiamata - Sanno che fino alle 17 si studia. Poi facciamo altre attività: dal ballo al basket. E ad organizzare i gruppi sono i nostri ex alunni cresciuti che vogliono restituire quanto hanno ricevuto».

suorluisa1L’aggressione armata (ancora da chiarire), che ha interrotto tragicamente tutto il bene che stava seminando con la sua fondamentale missione, è avvenuta nella mattina di sabato 25 giugno. Gravemente ferita, suor Luisa Dell'Orto è stata portata d’urgenza all’ospedale Bernard Mevs, dove si è spenta poco dopo, due giorni prima di compiere 65 anni. La notizia (comunicata dall’Arcidiocesi di Milano) ha sconvolto la comunità di Port au Prince, che ha perso così brutalmente “l’angelo” che sapeva portare loro un sorriso e una speranza.

 

 

Riportiamo il messaggio di cordoglio dell’Arcivescovo di Milano, mons. Delpini, che lunedì 27 giugno, alle 21, reciterà un Rosario di suffragio per suor Luisa a Lomagna, nella Parrocchia dei Santi Pietro e Paolo.

«Non vanno a cercare i pericoli, ma i segni del Regno di Dio che viene, in mezzo ai poveri, tra coloro che sono importanti solo per Dio e ignorati da tutti.

Amano la vita, non vanno a cercare la morte là dove quattro spiccioli contano più di una santa donna; vanno a seminare parole di Vangelo, perché anche ai Paesi disperati si aprano via di speranza.

Non vanno con programmi e presunzioni, con dottrine e pretese, vanno a offrire amicizia, in nome del Signore, vanno a dire la loro impotenza perseverando nella preghiera.

Non scelgono dove andare, vanno dove sono chiamate dal gemito meno ascoltato, vanno dove sono mandate per diventare preghiera, offerta, amiche, seme che muore per portare frutto.

Così vanno tante donne che percorrono le strade più pericolose del mondo, che abitano le case più indifese. Vanno e non fanno notizia.

La morte di suor Luisa Dell’Orto, piccola sorella del Vangelo, ci lascia straziati e sconcertati, diventa rivelazione del bene che ha compiuto e della vita santa che ha vissuto, diventa dolore e preghiera.

Esprimo a nome della Chiesa Ambrosiana la partecipazione al lutto dei familiari, al ricordo grato e sofferto di quanti l’hanno conosciuta, la certezza che la sua morte, così simile alla morte di Charles de Foucauld, unita alla morte di Gesù possa essere seme di vita nuova per la terra di Haiti e per lei ingresso nella gloria».

 

 

Articolo su Avvenire

(Foto: Lucia Capuzzi e Caritas Ambrosiana)

La redazione