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Il logo scelto per il FdM (realizzato da Raffaele Quadri) ha come obiettivo l’immediata individuazione dell’identità della proposta e di alcune idee portanti che supportano e illuminano l’impianto organizzativo.

Al centro c’è un GOMITOLO con i suoi FILI COLORATI che si srotolano dal basso.

La sua forma a sfera richiama alla mente il nostro mondo. A definirlo però non sono i contorni delle nazioni, a cui siamo generalmente abituati, ma i colori “fondamentali” (bianco, rosso, verde, blu e giallo) dei continenti, a cui tutti i Paesi, senza distinzioni, si ispirano per le loro bandiere.

Il gomitolo, con suoi fili, richiama anche altre “idee di fondo”… alcune fra tutte:

  • Il mondo reale, oggi, supera decisamente i confini politici territoriali in cui i popoli si riconoscono;
  • Il mondo reale, oggi, è essenzialmente interconnesso e interdipendente;
  • Il mondo reale, oggi, è palesemente plurale e cosmico;

Più chiaramente il mondo è anche “altro ancora”è molto di più rispetto a quello che possiamo effettivamente dire per definirlo o per contenerlo.

In questo contesto, la MISSIONE, nel logo, appare simbolicamente e indissolubilmente legata al destino del mondo, soprattutto di chi, nelle nostre realtà, viene scartato e costretto all’“invisibilità”. Ecco il perché dello srotolarsi dal basso, facendo partire i nostri sguardi dal Sud e dalle periferie della storia. Lì si poseranno preferibilmente i nostri occhi, perché il nostro impegno sarà di provare a leggere e capire il mondo da questo “luogo privilegiato”.

La “missione” svolge sempre un ruolo di Svelamento (ben simboleggiato dallo srotolarsi del gomitolo) continuo e mai completo, perché sempre in cammino al passo con l’umanità. Il primo ha avuto inizio dall’azione di Dio, sempre presente lungo i secoli, testimoniato dai suoi profeti e martiri, sognatori e poeti, artisti e religiosi, donne e uomini semplici e molte volte sconosciuti ai più. Mentre quello che sta avvenendo oggi si manifesta, in modo particolare nella realtà missionaria, intesa innanzitutto come opera e presenza di Dio nel presente, nel prolungamento del mistero della sua Incarnazione. Pensiamo soprattutto ai discepoli-missionari, “uomini e donne di buona volontà, di ogni credo e stato sociale”, che sono “missione” e “luogo teologico e antropologico”, che meglio riconoscono il legame di fratellanza umana, già presente in radice nel cuore umano e che unisce in una sola Famiglia Umana tutti e tutti, tutti a tutto!

Questo ci aiuta a cogliere in pienezza il triplice svelamento:

  • di Noi al mondo, perché tutti siamo “nella stessa barca” e nessuno oggi può permettersi di vivere da solo, isolato dal resto della collettività, indifferente a tutto ciò che sempre gli appartiene;
  • del Mondo a sé stesso, aiutando le persone e i popoli a riconoscere l’alta vocazione umana a cui sono chiamati per il bene di tutti e per la salvaguardia del creato;
  • di Dio al mondo, per riconoscere le “tracce” della sua Presenza amorosa, in ogni anfratto della storia millenaria dell’umanità, come Luce che impercettibilmente ci attrae al bene e verso cui tutti, inconsapevolmente, aneliamo.

Il FESTIVAL si propone di narrare proprio questo, non solo gli accadimenti, ma soprattutto “ciò che di invisibile, misterioso e prezioso già sta nascendo”. Si tratta di contribuire - con tanta umiltà e senza retorica - alla rigenerazione di un “nuovo mondo”, fondato sulla “fratellanza umana e l’amicizia sociale”, in cui riconoscerci TUTTI “fratelli e sorelle”.

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