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Padre Alessandro Brai

Giovani che incontrano altri giovani - I missionari e le missionarie dicono grazie ai giovani!

Dopo anni di vita missionaria, poi in particolare vissuti in terra “straniera” per noi missionari e missionarie c'è il rischio di pensare che ormai siamo esperti di missione. L'esperienza e la conoscenza che sono un bagaglio importante e utile non danno però la certezza che siamo sempre pronti al cento per cento per continuare la missione affidataci.

Dopo 10 anni di vita missionaria in Tailandia, con l'esperienza di 4 anni in Camerun, mi rendo, invece, conto che c'è sempre più bisogno di nuovi stimoli, nuove sfide, a volte conferme e tante altre volte adattamenti, miglioramenti e sconvolgimenti nel modo di pensare e impostare la missione.

Che cos'è che ci aiuta a mantenere sempre vivo lo spirito missionario e allo stesso tempo ci sprona a rinnovare la nostra missione, a rivitalizzarla e a renderla sempre attuale a vivace?

Elemento fondamentale è certamente lo stimolo che parte dalla gente locale, da chi ci accoglie nel paese dove siamo chiamati a testimoniare. Accanto a questo c'è a Parola di Dio, un messaggio sempre attuale che è il nostro pane quotidiano.

Ma un elemento che personalmente mi ha sempre aiutato e mi sta aiutando è la presenza di giovani italiani e non solo, che decidono di condividere con noi parte del loro cammino di fede.

Molti si chiedono: "che senso ha fare un esperienza di un mese o pochi mesi in missione?". Atri affermano: "questi giovani inesperti fanno perdere tempo ai missionari che lavorano veramente". Altri ancora dicono: "Questi giovani vanno a farsi la vacanza a nostre spese". 

Queste e tante altre affermazioni rappresentano un punto di vista di coloro che non sono molto a favore dell esperienza di giovani nelle nostre missioni.

Contrariamente a questo modo di pensare, credo fortemente che la presenza più o meno prolungata di giovani nelle nostre comunità missionarie sia positiva prima di tutto per noi missionari e poi certamente, anche se con sfumature diverse, per i giovani stessi che fanno l'esperienza.

Ma concretamente che cosa ci apportano i giovani che arrivano da noi?

Entusiasmo, grinta, giovinezza, spensieratezza, allegria, dinamismo sono alcuni degli elementi positivi che i giovani ci comunicano stando con noi.

Inevitabilmente, sia per l'età e per le responsabilità che la missione ti presenta, l'entusiasmo del giovane alle prima armi viene meno, la vivacità nell'affrontare gli impegni di tutti i giorni perde d'intensità. I giovani ci portano un'ondata di freschezza che ci ringiovanisce nello spirito e nel corpo. Siamo noi che accompagniamo loro nell'esperienza, ma sono anche loro che ci caricano con la loro energia tipica dei giovani che guardano con entusiasmo e positività  la bellezza della missione.

La presenza dei giovani ci interroga, diventa per noi occasione di verifica, di miglioramento, di crescita. Gli interrogativi del giovani, le loro curiosità, i loro punti di vista sono per noi spunto di riflessione per come attualizzare sempre di più il nostro essere missionari oggi. Per noi, la loro presenza diventa un’occasione per vedere le nostra missione con gli occhi dei giovani. I giovani spesso vedono cose, che i nostri occhi, occhi di esperti e preparati non riescono a vedere. Per loro tutto è novità, non come per noi che da anni operiamo, ed è quella novità che può diventare per noi motivo di crescita o occasione per ripensare il nostro operato e il nostro essere missionari.

Giovani che incontrano giovani. Questo è un altro contributo importante che i giovani ci apportano. Nelle nostre missioni, lavoriamo con i giovani, ci impegniamo per aiutarli per la loro crescita umana e spirituale. Per quanto non parlino la stessa lingua, e noi dobbiamo fare da interpreti, il contributo di giovani che parlano ad altri giovani è certamente arricchente.

L'esperienza di fede di giovani cattolici diventa per i giovani delle nostre missioni motivo di crescita personale e in molti casi anche suscita interrogativi di fede.

Se da parte nostra non possiamo che riconoscere il contributo positivo dell'esperienza di giovani che stanno con noi per un breve periodo, anche da parte dei giovani non si può non riconoscere il bene che queste esperienze apportano alle loro vite. Le verifiche che i giovani ci fanno pervenire sottolineano spesso un sentimento di gratitudine nei nostri confronti nel permettere loro di conoscere le bellezza della missione e le sfide alle quali anche loro, tornando nei loro paesi rispettivi sono chiamati ad affrontare.

Per cui una parola può riassumere tutto: Grazie. Grazie della vostra presenza, grazie del vostro entusiasmo, grazie dei vostri interrogativi, grazie della vostra giovane fede. Non possiamo che dirvi: “cari giovani, veniteci a trovare, venite a percorrere un pezzo di strada con noi”.

Viva la missione.

Padre Alessandro Brai

Padre Alessandro Brai