Il “progetto carcere” si fa riflessione. E arriva nelle mani della ministra Cartabia.
“L’idea della missione si fa strada”.
Strada reale, quella compiuta da Wanda Marra, Francesca Mosiello, Marco Bova, Girolamo Spina, Germana Di Leo, per raggiungere, in auto, treno e bus, le carceri di Campobasso e Agrigento. E quella, molto più lunga, che conduce fino alla terra altra, il luogo del dialogo possibile, della relazione risanata, del presente liberato dai fardelli del passato. Giustizia riparativa, la chiamano gli esperti. Non un metodo né una speculazione astratta, bensì un’esperienza di incontro profondo, destinata a cambiare, inevitabilmente, chi lo compie. Sono loro stessi a raccontarlo in queste pagine, capaci di portarci dietro le sbarre e di farcele superare.
È la sintesi, appassionata, di un anno di lavoro nato nell’ambito del PreFestival. E proseguito con gli eventi del 30 settembre e del laboratorio di giustizia riparativa.
Il percorso di queste pagine - e dei loro protagonisti - non termina però alle Colonne di San Lorenzo di Milano. Esse verranno consegnate alla ministra Marta Cartabia, affinché ispirino nuovi cammini. Spalanchino altre porte. Riannodino fili.
